lunedì 27 dicembre 2010

I Salesiani: un progetto che non possiamo condividere!

L'amministrazione guidata da Gianfranco Savino ha in pochissimo tempo varato un numero davvero considerevole di manovre urbanistiche, facendo registrare, al contrario, una lentezza cronica nella procedura di approvazione del PUG.
Alla luce del numero cospicuo di delibere varate in soli 18 mesi in materia urbanistica, è di agevole comprensione la ragione di tanta flemma nella approvazione del nuovo strumento urbanistico.
Nell'ultima seduta del Consiglio comunale oltre dieci delibere, tutte in deroga al PRG vigente, sono state approvate.
A confronto con la amministrazione in carica, il centro-destra che governò San Severo dal 1995 al 2004, che pure era stato molto audace in materia urbanistica, era solo un gruppo di ingenui pivellini.
Eppure, c'è chi nell'ultimo Consiglio comunale ha affermato che l'attuale compagine amministrativa è trasparente ( sino a prova contraria) e non teme sfide sul terreno della legalità.
Orbene, le dieci manovre urbanistiche, approvate dai soli consiglieri di maggioranza, danno adito a molti dubbi e perplessità e smentiscono pienamente quanto asserito spavaldamente nel Consiglio comunale da chi farebbe bene a controllare di più e meglio l'azione amministrativa che si svolge intorno a sè, evitando di lanciare sfide che rischia di perdere.
Prendiamo un esempio a caso: i Salesiani.
Premetto che, essendo quest'opera interamente finanziata con l'otto per mille destinata dai contribuenti italiani alla Chiesa cattolica ed essendo io un contribuente che destina la sua quota alla Chiesa cattolica, mi sento assolutamente in diritto di esprimere il mio dissenso rispetto al progetto dei Salesiani, allo stesso modo in cui un cittadino sanseverese, che paga regolarmente le tasse comunali, può non condividere le scelte amministrative compiute dalla giunta in carica.
Sorvolo volutamente sulle motivazioni affettive, che pur reputo molto valide, che hanno animato un Comitato di ex Scouts e oratoriani che temono di vedere scomparire un centro che è nel cuore di tanti ragazzi e ragazze sanseveresi e mi soffermo solo sugli aspetti formali della questione.
Ordunque, il Consiglio comunale di San Severo ha accordato al soggetto proprietario dell'area il permesso di costruire in deroga al vigente strumento urbanistico, ai sensi di una norma, l'art. 14 DPR n. 380/2001.
Orbene, va spiegato che la deroga ivi prevista può riguardare solo i limiti di densità edilizia, di altezza e di distanza tra i fabbricati.
Ragion per cui, la deroga prevista dalla norma non può estendersi alla modifica delle scelte di tipo urbanistico e ad essa può darsi luogo solo allorquando l'area in questione sia edificabile.
Pertanto, precondizione perchè si possa rilasciare un permesso a costruire in deroga è che il suolo sia edificabile.
Quindi, non è ammissibile un permesso di costruire in deroga su aree non edificabili, in quanto destinate a verde pubblico o privato o a verde agricolo.
Ciò significa che, essendo l'area dei Salesiani destinata a "verde privato vincolato" dove è consentita solo la realizzazione di impianti ( non edifici) di carattere sportivo-assistenziale, la delibera consiliare in questione perpetra chiaramente un abuso, in quanto consente di costruire, derogando a distanze ed altezze, su un area che era e resta, anche dopo la delibera del Consiglio comunale, non edificabile.
Difatti, deve essere chiaro anche a qualche ignaro consigliere di maggioranza, che afferma il contrario, che il Consiglio comunale della scorsa settimana non ha modificato la destinazione urbanistica dell'area ( che resta quella di "verde privato vincolato") ma ha solo consentito di edificare in deroga alle norme in tema di distanze ed altezze.
Tuttavia, resta sempre il grande e non risolto problema che quell'area tutt'ora non è edificabile e che una semplice deroga alle distanze ed alle altezze non può essere contrabbandata come modifica della destinazione urbanistica dell'area, che non c'è stata.
Inoltre, la norma sopra menzionata richiede che per poter dare luogo alla deroga ai limiti di altezza e di distanza tra i fabbricati sia configurabile nel caso concreto un "interesse pubblico" e si sia in presenza di un piano particolareggiato, così come richiesto dall'art. 9 DM 2.4.1968.
A tal proposito, se può configurarsi un interesse pubblico per la chiesa, esso non si intravede affatto nella Casa del clero, nell'ufficio della Curia vescovile e nell'episcopio.
E comunque, a prescindere dalla sussistenza del requisito dell'interesse pubblico, il progetto dell'ampio complesso edificatorio in parola certamente non si configura come un piano particolareggiato.
Allora, dove sta l'abuso? Sta nel fatto che si consente la edificazione in deroga su un suolo non edificabile, nell'avere dato applicazione all'art. 14 DPR n. 380/2001 in assenza di un chiaro interesse pubblico ed in assenza di un piano particolareggiato, comunque necessario.
Inoltre, il massiccio progetto di edificazione ( trattasi di oltre 10.000 metri cubi di realizzazione) si inserisce una zona della città ( Viale 2 Giugno) già interessata da cospicuo traffico veicolare, che in assenza di adeguate aree di parcheggio, vedrebbe enormemente peggiorare la sua condizone.
Dulcis in fundo, non può tacersi una ulteriore gatta da pelare di carattere giuridico.
Il suolo in questione rinviene da un lascito fatto all'attuale proprietario accompgnato da una condizione ben precisa: quella di destinare l'area ad attività sportivo-ricreative per i giovani.
Mi chiedo se gli uffici della Curia, la casa del clero e l'episcopio siano rispettosi della condizione posta dal donante.
Abbiamo chiesto all'amministrazione comunale di approfondire tutti questi aspetti: il 30 novembre u.s. siamo riusciti a far mancare il numero legale, ma l'amministrazione comunale non ha inteso approfondire, bensì ha ritenuto di andare in Consiglio prima della approvazione del PUG.
Noi consiglieri di minoranza, di fronte a questa inspiegabile, almeno apparentemente, sollecitudine della maggioranza, non abbiamo partecipato alla votazione ma abbiamo raccolto la sfida che ci è stata lanciata nell'ultima seduta, certi di poterla vincere.