domenica 5 giugno 2011

Alcune (cortesi) richieste di chiarimento al Sindaco SAVINO

Ormai da qualche tempo registro nella nostra città un venire meno del senso civico e delle regole basilari della convivenza che mai in passato aveva assunto una connotazione così proccupante.

Si litiga, anche pesantemente, quando si è in fila al supermercato o alla posta o per strada dove non è più possibile passeggiare, a causa dei motorini che sfrecciano da ogni dove o per i branchi di cani randagi che si aggirano per la città.

In tutto questo decadimento le istituzioni pubbliche hanno, da sempre, rappresentato un punto di riferimento per i cittadini.

Basti pensare che in Italia in un momento di massima sfiducia per la politica, il Presidente della Repubblica goda ancora di un elevato consenso degli italiani.

A San Severo, invece, negli ultimi tempi, come mai avvenuto in passato, il degrado che permea in modo così forte il tessuto sociale si è ramificato anche nelle Istituzioni pubbliche, che vivono un momento di poca autorevolezza e poca credibilità.

Ho appreso da un comunicato diramato da "La Puglia Prima di Tutto" di un alterco intervenuto tra il Consigliere comunale Bruno CAPOGRECO ed il Sindaco di San Severo in un ufficio del comune alla presenza di alcuni dipendenti comunali.

Non mi interessa qui indagare l'origine di tanta acredine nei rapporti politici del Sindaco e del Consigliere comunale, ma, da consigliere comunale di opposizione, mi preme stigmatizzare l'idea, da chiunque sia professata, secondo cui la funzione di consigliere comunale possa essere esercitata solo dagli eletti nelle liste di maggioranza, e che, invece, a quelli eletti nelle altre liste sia preclusa la possibilità di svolgere con eguale dignità il compito per il quale sono stati elettti.

Sono in Consiglio comunale dal 1999 e non ho ricordo di episodi in cui oggetto della disputa tra esponenti politici siano state le prerogative del consigliere di minoranza e la sua possibilità di accedere, come tutti i suoi colleghi, a tutti gli uffici del Comune, essendo ciò acquisito patrimonio della nostra comune cultura democratica.

Un episodio del genere, tuttavia, getta discredito su tutti quelli che svolgono una funzione pubblica, che lo fanno in modo appassionato e disinteressato e fa crescere, invece, la diffidenza dei cittadini nei confronti di chiunque sia impegnato nell'agone politico.

Chiedo a Gianfranco SAVINO di non far finta di nulla e di spiegarci:

- se veramente ritiene la presenza dei consiglieri comunali di minoranza negli uffici comunali una "indebita ingerenza", come viene riferito nel comunicato stampa diramato qualche giorno fa dalla Puglia Prima di Tutto;

- quali sarebbero, secondo lui, gli uffici accessibili ai consiglieri di minoranza;

- se non trovi più utile, per far riacquisire credibilità alla Istituzione, farsi promotore di un confronto più sereno e più costruttivo, ammettendo pubblicamente, quando è d'uopo e con umiltà, per nulla disdicevole in questi casi, i propri errori.

Inoltre, ritengo doveroso che il Sindaco di San Severo dia alla città spiegazioni rispetto ad episodi molto gravi resi noti in un manifesto pubblico affisso in città per iniziativa della associazione culturale "A. Gramsci" di San Severo.

Solo per riepilogare a chi non avesse conoscenza dei contenuti di quel manifesto, la citata associazione alludeva esplicitamente ad una nota sottoscritta da Gianfranco SAVINO ed indirizzata al capogruppo del PDL, in cui il primo cittadino lamentava, oltre ad una scarsa collaborazione di alcuni consiglieri comunali del PDL, anche il venir avanti di proposte di consiglieri pidiellini che, anzichè promuovere il bene comune, favorivano interessi personali di alcuni.

La cosa più grave è che il Sindaco, secondo gli estensori del manifesto, sempre nella stessa lettera, paventava che queste iniziative amministrative potessero costituire oggetto di indagine da parte della Autorità Giudiziaria.

Orbene, ero convinto che, in presenza di accuse così pesanti formulate dalla associazione "A. Gramsci", il Sindaco non mancasse di far sentire la sua voce, confutando punto per punto quanto detto in quel manifesto.

Al contrario, ad oggi, una risposta del Sindaco ancora non c'è stata e l'unica replica che si è avuta è stata affidata ad una associazione che, lungi dall'entrare nel merito delle questioni, ha solo scaricato accuse ad un rappresentante della Associazione "A. Gramsci".

Tuttavia, la sostanza della questione resta e ritengo che il Sindaco debba una spiegazione alla città.

Auspico che questa spiegazione venga fatta direttamente dal Primo cittadino e che non sia delegata ad un cartello di partiti e/o ad una associazione e/o ad un intervista televisiva del solito consigliere tuttofare.

La città ha il diritto di conoscere le proposte e le attività portate avanti dai suoi rappresentanti e, quando queste contengono fatti disdicevoli, addirittura passibili di accertamento giudiziario, di avere una netta presa di distanze di chi è stato destinatario di un consenso così elevato, come quello avuto da Savino alle ultime elezioni comunali.

Diversamente, se un chiarimento sui contenuti di questa lettera non dovesse esserci, un'onta di dubbio e di sospetto potrebbe riversarsi su tutti quelli che in questi anni hanno ritenuto di impegnarsi nelle Istituzioni cittadine.

Ciò non può essere da noi passivamente accettato.

Tuttavia, spero che chiarezza venga fatta e che quanti fanno dell'impegno politico una autentica passione civile scevra da egoismi e da interessi personali, possano continuare a guardare dritto negli occhi i propri concittadini, con la testa alta e la schiena dritta.