lunedì 28 dicembre 2009

Regionali 2010: il rush finale!

Fine anno movimentato in vista delle prossime consultazioni elettorali.
Ho accolto con piacere la disponibilità di Michele EMILIANO a correre per la carica di Presidente della Regione, anche se la partita con Nichi VENDOLA non è stata ancora chiusa.
Intendiamoci: trovo assolutamente legittima la asprazione di Nichi a ricandidarsi per la presidenza ma trovo che, quando non vi è condivisione attorno alla propria proposta, sia meglio lasciare con onore la scena ad altri.
Non sfugge a nessuno che, se Nichi accettasse di fare un passo indietro, il centrosinistra allargato con a capo Michele EMILIANO avrebbe ottime possibilità di vincere le elezioni.
Al contrario, la ostinazione di Nichi a volersi candidare sempre e comunque rischia di compromettere l'esito elettorale, con probabile vittoria dell'altro polo.
Stasera l'assemblea regionale del PD dovrà votare la ratifica della candidatura di Michele.
Sento dire che i sostenitori di Minervini si sono già schierati contro la candidatura di Emiliano. Anche Aldo Ragni, mancato segretario provinciale del PD, ha preso pubblicamente posizione per Nichi contro Michele.
Trovo che la battaglia di questi amici, persa in partenza, che si appaleserà in un voto stasera,sia solo utile ad indebolire la candidatura di Emiliano e a rendere un favore al centro-destra, che avrebbe gioco facile ad utilizzare a proprio favore questa divisione.
Ragion per cui, Minervini e i suoi farebbero bene a riflettere bene prima di esprimere posizioni che potrebbero creare imbarazzi.
Invero, domattina, sempre se stasera Minervini vota contro Emiliano, il primo imbarazzo che potrebbe presentarsi è quello di dovere motivare il loro sostegno a Michele e contro la candidatura di Nichi.
Sì, diranno le solite menate sul partito che discute e si divide per poi riunificarsi ma, a parte che in pochi vi crederanno, detto inutile distinguo stasera produrrà inevitabilmente un profondo solco tra la maggioranza del partito, che è pro-Emiliano, ed una sparuta minoranza isolata che insegue Nichi su una strada impervia e dall'approdo molto incerto.
Questi amici, infatti, anzichè indebolire la candidatura di Michele, che oggi è l'unica che ci può fare vincere, dovrebbero andare in delegazione da Nichi e convincerlo a ritirare la propria candidatura.
Per carità è comprensibile che tra Minervini e Vendola in 5 anni anni di amministrazione regionale si sia potuto creare un afflato anche umano oltrechè politico ma ritengo che in questo momento vada evitata al PD una spaccatura così profonda, salvo che non si voglia far naufragare in Puglia il progetto del partito democratico.
Anche Aldo Ragni, che fino all'altro giorno girovagava in provincia per essere votato a segretario provinciale del partito, dovrebbe evitare di alimentare insieme a qualche altro il fuoco di questa sterile polemica.
Cari amici, con Nichi perdiamo: questo non significa bocciare la giunta Vendola ma significa che se il centro-sinistra non amplia i propri orizzonti difficilmente potrà pensare di essere vincente.
Oggi l'unica proposta che consente questo ampliamento è la proposta di Michele Emiliano.
Trovo sconcertante che, di fronte alla disponibilità manifestata da formazioni politiche tradizionalmente non del centro-sinistra a sostenere la candidatura di uno del PD, vi siano degli iscritti e dirigenti regionali dello stesso partito che si affannano a sostenere la candidatura di uno non del PD che, portando il centro-sinistra all'isolamento, ci condurrebbe certamente alla sconfitta.

Regionali 2010: il rush finale!

mercoledì 16 dicembre 2009

La neve si è sciolta e si cominciano a vedere......

Un vecchio adagio dei nostri anziani spesso veniva citato per segnalare situazioni in cui sotto una ipocrita coltre bianca di apparente candore si celavano situazioni e proponimenti per nulla candidi.
Detto adagio riassume perfettamente la attuale stuazione politico- amministrativa al Comune di San Severo dove dietro un apparente perbenismo si nasconde la volontà di assalire la diligenza.
Nell'ultimo Consiglio comunale la maggioranza di centro destra, come noto composta di 22 consiglieri su 30, non ha avuto i numeri per approvare i criteri da adottare per la redazione dell'emanando Regolamento degli Uffici e dei Servizi.
La cosa veniva sminuita dal capogruppo del PDL CILIBERTI, il quale solo il giorno successivo alla seduta si affrettava ad evidenziare che l'incidente di percorso non era da attribuirsi ad una crisi politica.
Orbene, il citato collega mentiva sapendo di mentire.
Invero, il problema non erano le influenze stagionali o i raffredori di alcuni consiglieri comunali di maggioranza, ma bensì un dissenso profondo nella maggioranza sui contenuti del provvedimento.
Tale divergenza era stata ben evidenziata nell'assise consiliare, ove si era fatto rilevare la esistenza di due differenti bozze di regolamento.
D'altro canto, questa contraddizione all'interno della maggioranza era trapelata anche in occasione della presentazione al Consiglio comunale del programma di mandato, ove si erano presentati due testi molto diversi tra loro ad esempio sulla validità della precedente esperienza di centro-destra e su tante altre cose.
In questi giorni su questa bozza di regolamento si è scatenato il putiferio.
Il Dirigente del Personale venerdì scorso si è dimesso ( o ha minacciato di dimettersi), poi il sabato mattina ha ritirato le dimissioni; il Presidente della V Commissione consiliare, probabilmente allarmato dal sempre crescente numero di bozze di regolamento circolanti sul palazzo, inaugura una procedura che in 10 anni di Consiglio comunale non ho mai visto fare a nessuno e di suo pugno in calce ad una delle tante bozze circolanti appone il suo sigillo di confomità, altri consiglieri comunali di maggioranza in privato si lasciano andare a giudizi molto negativi sull'attuale direzione politica e tanti altri retroscena che danno la giusta rappresentazione di una situazione amministrativa decadente.
Orbene, nel totale impazzimento della maggioranza, il giudizio che io dò sulla bozza è negativo e dirò i motivi giovedì sera in consiglio.
Tuttavia, l'impressione che ho è che la delibera che si intende adottare faccia da apripista a tutta una serie di provvedimenti che l'amministrazione si appresta ad adottare, e di cui si sente già parlare nei corridoi, su cui il nostro atteggiamento sarà molto duro.
No, non faremo i manifesti "gossippari " che affiggeva la opposizione nella scorsa consiliatura ma azioni che nell'immediato faranno meno clamore ma che saranno molto più indelebili.
Ovverosia, la neve si è sciolta, l'olezzo si comincia a sentire e......... l'opposizione ha il dovere di svolgere a pieno la sua funzione istituzionale, essendo ormai trascorso il tempo del tirocinio per la nuova amministrazione.
Il tirocinio ora è finito, adesso è venuto il momento di operare e noi opereremo, opponendoci con tutte le nostre forze a provvedimenti che riterremo illegittimi.

venerdì 11 settembre 2009

Il diritto- dovere di espletare il mandato ricevuto

Ritengo di non dovere replicare nè alle dichiarazioni riportate stamane dalla stampa e rilasciate da Cozzoli nè a quanto sostenuto tempo fa, sempre sulla stampa dal capogruppo del pdl, Fernando Ciliberti.
Ritengo , tuttavia, necessario in apertura della nuova consiliatura che alcuni punti siano chiari a tutti al fine di un corretto dibattito democratico nella nostra città.
Anzitutto, ritengo che meritino rispetto i cittadini che hanno votato per il PD e per i suoi candidati alla stregua di quelli che hanno espresso il loro voto in favore di altri partiti.
Perciò, va accettato che gli eletti di questo partito abbiano ad espletare la propria funzione di consigliere comunale nel rispetto del mandato ricevuto.
Taluno, al contrario, ritiene che alcuni tra i consiglieri comunali del PD, avendo ricoperto in passato cariche assessorili, debbano tacere ed essere assenti completamente nel dibattito politico- culturale cittadino, essendo loro stessi definitivamente contrassegnati da un indelebile marchio di infamia.
Così argomentava nelle passate settimane il mio amico Fernando CILIBERTI così teorizza stamane il mio amico Claudio COZZOLI.
Secondo entrambi, un ex assessore, anche se rieletto dai cittadini in consiglio comunale, non avrebbe il diritto di interloquire sui temi della vita pubblica cittadina, avendo nel passato assunto incarichi di responsabilità.
Senza alcuna vis polemica ad entrambi gli amici sopra nominati dico che ogni eletto ha il diritto, anzi il dovere di dare corso al mandato conferitogli dai cittadini, partecipando in modo garbato, rispettoso ed elegante alla discussione politico-amministrativa della città.
Ed in verità, ritengo che sia il mio intervento sulle casse comunali sia quello sul mercato giornaliero siano stati garbati nei toni, costruttivi nelle proposte.
Sulle casse comunali ho tentato di confutare alcuni assunti propugnati dal Sindaco sulla mancanza di fondi nel bilancio comunale: lo ho fatto poggiando le mie argomentazioni su considerazioni strettamente tecniche su cui nessuno mi ha replicato se non il buon Ciliberti che, in modo impulsivo ed assolutamente a sproposito, mi ha contestato il diritto di parola, avendo io nella scorsa consiliatura partecipato alla amministrazione Santarelli in qualità di assessore ai LL.PP. e di non avere chiuso le buche, acceso le lampadine, messo i segnali stradali etc.
Sul mercato giornaliero ho espresso una valutazione negativa sul sito prescelto.
Anche qui, non ho scaricato pietre su nessuno ma ho solo messo in evidenza alcune oggettive criticità della nuova collocazione del mercato.
Per la verità, un recente comunicato del Sindaco sembrava avere considerato tali negatività e mi risulta che siano al vaglio soluzioni alternative.
Nell'attesa di conoscere le nuove determinazioni della amministrazione, queste dichiarazioni odierne di Claudio Cozzoli, come il mercato settimanale di Via Togliatti, sono come il " giovedì in mezzo alla settimana" cioè assolutamente prive di senso e senza alcun costrutto.
" E' stato anche assessore" afferma Cozzoli ritenendo così che io, anche se eletto dal popolo, non sia abilitato a dire la mia su un tema così importante per la città.
Mi si dice anche che in nessuna parte d'Italia il mercato giornaliero è in una villa comunale ma si omette di dire che in nessuna parte d'Italia il mercato ortofrutticolo è sprovvisto di servizi igienici e si svolge nelle precarie condizioni igienico- sanitarie con cui si svolge nella città di San Severo.
Sollecita scelte coraggiose il presidente della Confesercenti, ma lui sa quali potrebbero essere e sa anche che un'ampia fetta di popolazione li richiede a gran voce.
Orbene, il non avere spinto da assessore per l'adozione di scelte coraggiose non implica che non lo si possa fare da consigliere di opposizione, sfidando la giunta ad avere il coraggio che in questa prima fase ha dimostrato di non avere e che anche noi del centro-sinistra non abbiamo avuto.
Ma i cittadini anche per questo ci hanno puniti il 6 e 7 giugno scorsi e non è detto che uguale punizione non possa essere inflitta in futuro ai nostri antagonisti, se in tempi brevi non apparirano sul tema coraggiosi e determinati, proprio come chiede Claudio Cozzoli.
Per il resto, nell'attesa di conoscere e valutare le nuove proposte dell'amministrazione sul mercato giornaliero, ritengo doveroso da parte mia continuare a partecipare, a modo mio, come mi è reso possibile dalle mie capacità, al dibattito amministrativo cittadino, avendo rispetto dei miei avversari politici ma soprattutto dei miei elettori che, avendo consentito la mia elezione al consiglio comunale, ritengono che abbia ancora qualcosa da dire.

venerdì 28 agosto 2009

Mercato in Via San Giovanni Bosco: trovata geniale!

Qualche concittadino me ne aveva parlato già la scorsa settimana ma io avevo risposto che non ero a conoscenza di alcun atto ufficiale che andasse in quella direzione.
Quest'oggi il Gabinetto del Sindaco di San Severo ha diramato un comunicato in cui si dà pubblica conoscenza di una ordinanza sindacale emessa il 27 agosto in cui si dispone lo spostamento del mercato giornaliero da Piazza Allegato a Via San Giovanni Bosco, per un tempo transitorio, necessario agli interventi di riqualificazione della Piazza.
Orbene, a prescindere dalla assoluta incertezza dei tempi tecnici necessari alla realizzazione della riqualificazione della Piazza, la nuova collocazione del mercato mi sembra davvero una trovata geniale.
La genialità sta nel non avere considerato la peculiarità della arteria stradale individuata per la nuova collocazione del mercato.
Sia chiaro, nei prossimi giorni mi premurerò di leggere gli atti ma una cosa va chiarita subito.
Non ci si venga a raccontare che la ordinanza è solo di attuazione di indirizzi già adottati dalla precedente amministrazione, perchè sarebbe un falso clamoroso.
Invero, sino a quando è stata in carica la amministrazione Santarelli vi era stato soltanto qualche momento di ascolto ( c.d. forum) più che dei cittadini, che, sbagliando, sono quasi sempre assenti a questi momenti di confronto con la amministrazione, degli ambulanti di Piazza Allegato che, verosimilmente, avranno manifestato il loro gradimento a questa nuova collocazione del mercato.
Ora, senza volere polemizzare inutilmente sulla paternità di questa stravagante decisione, vanno individuate soluzioni serie ed alternative.
Certamente, la soluzione di Via San Giovani Bosco non può essere condivisa per una lunga serie di motivazioni.
In primo luogo, la predetta arteria funge da collegamento tra la città ed il polo scolastico di Porta Apricena ( Palmieri, Industriale, Ragioneria, Geometra,) cosicchè l'occupazione mattutina della sede stradale porterebbe ad una massiccia affluenza di cittadini( siano essi studenti, insegnanti, genitori, ambulanti o avventori del mercato) tale da mandare in tilt la zona per molte ore del mattino.
In più, Via San Giovanni Bosco è l'unica arteria percorribile per quanti, proveniendo da Apricena, devono raggiungere il centro di San Severo.
Conseguentemente, la chiusura di Via San Giovanni Bosco, devierebbe il traffico veicolare lungo Viale 2 giugno che già soffre di una eccessiva mobilità automobilistica.
Allora, la proposta è: revocare l'ordinanza del 27 agosto e ricercare soluzioni alternative.
Ed allora, se gli ambulanti hanno mostrato interessamento per quella zona della città, perchè non allocare il mercato nella villa comunale?
Avremmo finalmente un mercato giornaliero di frutta e verdura dotato di servizi igienici e, quindi, igienicamente adeguato, atteso che quello avuto sino ad ora in Piazza Allegato non lo era, ed eviteremmo tutta una serie di disagi per residenti, studenti, automobilisti e cittadini in genere.
Come pure, per ampiezza e collocazione, un'altra soluzione da potere prendere in considerazione potrebbe essere quella di Via Carmine Cannelonga: un'arteria interessata da uno scarso traffico veicolare, di non nevralgica importanza per la mobilità automobilistica e caratterizzata da un esiguo numero di abitazioni prospicienti la via.
Due soluzioni( ma chissà quante altre ce ne sarebbero) certamente migliori di quella individuata nella ordinanza sindacale.
Ma ho già notizia di un comitato di residenti che si sta organizzando e che presto su questo farà sentire la sua voce.
Ma, caro Sindaco, prima di dar vita a queste lunghe dispute con i comitati di residenti che nel passato hanno dato luogo anche ad inutili contenziosi giudiziari ( Residenti di Piazza Bruno c/ Comune di San Severo) non sarebbe meglio revocare l'ordinanza e riconsiderare complessivamente la questione, magari prendendo in considerazione altre soluzioni, tra cui quelle testè menzionate.
Secondo me, sarebbe cosa buona e giusta e d eviterebbe a Lei ed alla sua amministrazione un inutile conflitto con una ampia fetta di cittadinanza.
Intelligenti pauca!

martedì 11 agosto 2009

La solita manfrina di inizio consiliatura

La stavamo tutti aspettando, anzi ci meravigliavamo che non ancora si fosse messa in scena, la consueta manfrina che accompagna ogni cambio di guardia a Palazzo Celestini.
Abbiamo dovuto attendere oltre due mesi ma alla fine è andata in scena...... la solita manfrina, si intende!
Stamane le nostre attese sono state soddisfatte e non stupendo quasi nessuno, forse solo qualche sprovveduto, il Sindaco ha messo le mani avanti: fino al 31.12.2009 la amministrazione comunale di San Severo non farà nulla, perchè i soldi non ci sono e la colpa è di quelli che stavano prima che hanno speso tutto.
Come a dire, SAN SEVERO RIPARTE..... sì l'anno prossimo, però!
Peccato,però, che stavolta questa manfrina non funziona per un fatto strettamente tecnico.
Ci si è solo precostituito un alibi per virare le domande che vengono avanti da parte dei cittadini. Allora, chiude il " Sorriso", molti servizi non verranno più erogati: colpa di quelli di prima che si sono portati via tutto.
Per questa ragione, io spero vivamente che a leggere questo mio post vi sia qualche genitore di quei bambini diversamente abili, che noi non abbiamo mai abbandonato, qualche LSU che deve attendere i tempi di un nuovo bando, cioè tutti quelli a cui si è detto di aspettare il varo del prossimo bilancio per avere qualche riscontro da parte della amministrazione.
A questi concittadini vorrei spiegare che tecnicamente è impossibile che possa essersi verificato quello che il Sindaco di San Severo ha asserito nelle dichiarazioni riportate dalla stampa questa mattina.
Non è possibile perchè la precedente amministrazione è stata in carica sino ai primi giorni del mese di aprile 2009, quando il bilancio per il corrente esercizio finanziario non era stato ancora approvato e tutti, ormai, sanno che nelle more della approvazione del bilancio, si amministra per dodicesimi.
Cioè, in attesa della approvazione del bilancio, in un mese si può al massimo disporre di quanto speso l'anno precedente diviso dodici.
Ciò significa che la precedente amministrazione, rimasta in carica sino ai primi giorni di aprile, può avere speso per ogni capitolo 4/12 cioè un terzo della spesa registrata l'anno precedente.
Impegni di spesa superiori a detto limite sono illegittimi con grave responsabilità di quel dirigente che li disposti.
La verità è che tutti sanno che appena una amministrazione si insedia ha la necessità di giustificare il proprio iniziale immobilismo, legato anche ad esigenze di assestamento della maggioranza, della giunta che non consentono inizi scoppiettanti come la gente si aspetterebbe. Quindi, si mette in scena la manfrina dei soldi che non ci sono.
Per la verità, questa manfrina avrebbe anche stavolta funzionato se i consiglieri del centro- destra, che facevano la opposizione alla precedente amministrazione, avessero consentito la naturale conclusione del mandato amministrativo.
Ma, avendo fatto altre scelte, hanno reso impossibile la c.d. " manfrina di inizio consilatura"., per le ragioni innanzi esposte.
Ora, caro Sindaco, da ex amministratori sappiamo bene che nei primi mesi vi è da metabolizzare il malcontento per la composizione della giunta ( che sono emersi già nel primo consiglio comunale), da capire i meccanismi e le procedure.
Per questo motivo, sarebbe stato meglio che con tutta onestà avessi chiesto alla città un " trimestre bianco", cioè un periodo di massimo tre mesi caratterizzato da poche iniziative concrete e da molto studio, approfondimento dei problemi, in una parola di tirocinio da pubblico amministratore.
Soprattutto, non ti incamminare nella impervia strada della polemica ad ogni costo con quelli di prima, perchè difficilmente questa strategia potrà farti acquisire simpatie e consensi presso la cittadinanza.
Concediti, come è giusto che sia, un periodo di tirocinio: la opposizione, come vedi silente in questo inizio di consiliatura, te lo ha già concesso.
Poi, però, affronta i problemi, assumendoti le responsabilità che il caso e la carica istituzionale richiede, senza scaricare colpe su altri.
L'opposizione, se condividerà le tue scelte, con onestà intellettuale e politica, te ne darà pubblicamente atto; se dissentirà, le contrasterà con tutti gli strumenti a propria disposizione e con lo stesso vigore e la stessa determinazione messa in campo nei tempi passati.

martedì 28 luglio 2009

Primo consiglio comunale: maggioranza a geometria variabile

Stasera primo consiglio comunale.
Devo dire che non mi è piaciuto molto l'intervento del Sindaco.
In occasione della prima seduta, subito dopo il giuramento di rito, l'alta carica istituzionale avrebbe richiesto un intervento di tutt'altro tono e di differenti contenuti.
In primo luogo, a mio sommesso avviso, il sindaco non avrebbe dovuto, in un intervento di insediamento, soffermarsi sulle difficoltà che ci sono nei rapporti con udc e adc.
Il contesto dell'intervento avrebbe preteso che si desse un profilo solo istituzionale e non politico alla esposizione del Sindaco.
Anche la polemica che Savino ha ritenuto di dovere fare con l'ex sindaco Giuliani, clamorosamente bocciato dall'elettorato, mi è parsa inappropriata per un intervento di insediamento.
Intanto, è fin troppo evidente che lo scaltro Giulio, ormai fuori dalle istituzioni, con quegli articoli sulla stampa sia alla disperata ricerca di uno spazio nella opinione pubblica e la attenzione che Gianfranco Savino gli ha dedicato nel suo intervento non ha fatto altro che dare sostanza ai suoi evidenti propositi.
Poi, diciamocela tutta: un Sindaco che si insedia e che si presenta al consiglio comunale ed alla cittadinanza dovrebbe enunciare per grandi linee gli obiettivi della sua azione amministrativa e chiamare l'intero consiglio comunale ad un costruttivo impegno per la città.
Che necessità c'era di polemizzare con un ex Sindaco trombato alle elezioni?
Diciamo un passaggio che avrebbe dovuto fare il capogruppo della Lista Savino o della Puglia o quelli che tra i consiglieri comunali sono dati per essere vicini al Sindaco, in un intervento tutto politico e di strenua difesa della massima espressione della maggioranza.
Ma il primo cittadino nel suo intervento di insediamento proprio no.
Anche i riferimenti alla precedente amministrazione hanno abbassato il profilo del suo intervento.
Invero, è fatto notorio che le casse degli enti locali languono a cagione di un forte restringimento del governo centrale alla finanza locale, anche in passato era così, mica è una novità di queste ultime settimane.
Nella passata consiliatura, quando noi dicevamo ciò, venivamo tacciati per essere amministratori inefficienti, oggi si dice che per sei mesi nulla potrà essere fatto perchè quelli di prima si sono spazzolato tutto.
Cosa affatto vera perchè la precedente amministrazione è stata in carica solo quattro mesi amministrando per dodicesimi.
Anche il voler scaricare sugli altri le colpe di una eventuale chiusura del centro " Il Sorriso" ha il sapore di una polemica inutile, non appropriata alla impronta solo istituzionale che l'intervento avrebbe dovuto avere.
Ma a parte ciò, che necessità vi era di aprire questa polemica? Eppure, molto saggiamente le scorse settimane Savino, convocandoci in Municipio, aveva dato segnali di grande apertura e disponibilità verso la minoranza e noi lo avevamo apprezzato per questo.
Ora questa polemica cui prodest? A che serve?
Ero molto tentato di dirle queste cose ma mi auguro siasi trattato solo di una momentanea caduta di stile.
Per il resto, il contesto generale non mi ha granchè entusiasmato: ho rivisto le solite camarille che per cinque anni hanno costituito la spina nel fianco di Santarelli, sono gli stessi, con le stesse intenzioni, forse anche più scaltri, avendo nel frattempo accumulato esperienza.
Probabilmente saranno loro in futuro a fare opposizione anche per noi, dall'interno e facendo male.
E l'opposizione, quella vera che fa? Aspetta, si organizza per recuperare la fiducia dei cittadini, allaccia le cinture in vista di una consiliatura che si preannuncia molto movimentata, con possibili colpi di scena.

mercoledì 1 luglio 2009

Una doverosa precisazione

Su " L'Attacco" di oggi 1° luglio 2009 a pag. 23 è comparso un articolo a firma dell'amico Beniamino PASCALE, nel quale si riportavano sinteticamente i contenuti del mio post precedente contenente alcune mie considerazioni sugli esiti della tornata elettorale ultima.
Orbene, l'amico Beniamino, sicuramente per ragioni di spazio, ha non integralmente riportato la proposizione in cui commentavo l'analisi del voto fatto qualche tempo fa da Tonino VILLANI. Tengo a precisare che non ho detto che Tonino ha fatto pochissimo, come trascritto nell'articolo di stampa, bensì ho affermato che Tonino ha fatto pochissimo il capo delegazione del PD in giunta e troppo il Vice di SANTARELLI.
Penso che la differenza concettuale sia sostanziale.
Ad ogni buon conto, ritengo che detto disguido sia esclusivamente dovuto a ragioni di spazio e non ad altro.
Ringrazio, comunque, l'amico Beniamino PASCALE per l'attenzione datami.

venerdì 26 giugno 2009

Dopo la "Caporetto", speriamo ci sia il " Piave" per il PD di San Severo

Il 6 e 7 giugno scorsi il centro- sinistra nelle sue varie articolazioni ha perduto malamente le elezioni comunali a San Severo.
Inutile tergiversare sulle parole: l'ultima tornata elettorale è stata per noi una vera disfatta, di proporzioni paragonabili a quella che l'esercito italiano ebbe nella Grande Guerra a Caporetto.
Questo per noi tutti, dunque, è un passaggio molto delicato in quanto si tratta di riorganizzare il tessuto del nostro partito, che, come ovvio, dopo questa grave sconfitta appare grandemente lacerato, capire gli errori che sono stati fatti e partire con una programmazione per il futuro.
Intanto, bene ha fatto Giovanni Cera a rassegnare le dimissioni da coordinatore del partito. Ritengo si sia trattato di un atto dovuto e, a questo punto, necessario per aprire una disamina seria della situazione politica.
Chiariamoci subito: le dimissioni di Cera non autorizzano alcuno a ritenere il coordinatore l'unico responsabile di quanto accaduto.
A mio modesto avviso la debacle delle ultime elezioni sono la normale conseguenza di una serie di errori commessi a partire dal 2004 sino ad oggi.
Senza star qui ad elencarli, mi sembra di potere dire che gli autori di questi errori siano più di uno e la cosa buffa è che alcuni di loro oggi lanciano il loro "j' accuse" contro questo o contro quello, non capendo che farebbero bene, una buona volta, a tenere la bocca chiusa, soprattutto quelli che hanno abbandonato la nave nel mare in tempesta, azzardando una traversata in scialuppe di salvataggio che si sono capovolte alla prima ondata.
Per onestà intellettuale, voglio anche riconoscere i miei errori e dire che avrei dovuto spingere di più nel partito per la fine anticipata della amministrazione Santarelli, quando solo una non regolare autentica delle firme di sedici consiglieri dimissionari salvò la giunta comunale dalla sua capitolazione.
Già allora si era capito che quell'esperienza politica era finita e l'ossessione di alcuni di tenerla in vita somigliava un pò all'accanimento di quel giocatore d'azzardo che, pur perdendo soldi, continua a fare puntate sempre più alte per recuparare quanto già perso. ma, invece di recuperare, perde sempre di più.
Da allora gli errori fatti sono stati tanti e l'immagine che è arrivata alla città del nostro partito è stata quella di un PD intento a salvare la poltrona dei suoi assessori ( anche quella di MIGLIO, per carità!!) anche a rischio di avere un calo di immagine e di credibilità che il 6 e 7 giugno scorsi ci ha condotto alla sconfitta.
Ora, scaricare tutte le responsabilità sulle scelte fatte negli ultimi mesi equivale a voler raccontare la trama di un libro, dopo avere letto solo le ultime pagine. Non condivido in quasi nulla l'analisi del voto fatta da Tonino Villani, al quale consiglio, prima di fare analisi, di riflettere serenamente e obiettivamente anche sul suo operato ( io nel mio piccolo lo sto facendo) e di ammettere in tutta onestà che in questi anni ha fatto pochissimo il capo delegazione del PD in giunta e forse troppo il Vice di Santarelli!!!
Certo, la nostra proposta è apparsa debole alla città ma le defezioni delle ultime settimane hanno contribuito a renderla ancora più fiacca, anche perchè ognuna di queste defezioni era accompagnata da attacchi, da dichiarazioni alla stampa, da critiche velenose.
Però, neppure condivido il pensiero di Giovanni quando dice che la gente " non ha capito" la nostra proposta, in quanto il mio convincimento è che la opinione pubblica cittadina non ha "creduto" che la proposta nostra fosse di vera innovazione.
Purtroppo, ha fatto breccia tra i nostri concittadini la martellante campagna sul cognome, la rete familiare etc.
Secondo me Paola non ha raccolto i voti che avrebbe potuto raccogliere, perchè nella opinione pubblica è penetrata l'idea che non di vera innovazione si trattasse ma di un consolidamento di un potere già fortemente radicato nel partito..
Anche se io so per certo che non è così, nella cittadinanza in pochi hanno creduto al dissenso di Dino Marino sulla candidatura della sorella, in pochissimi hanno creduto che si andasse verso un ricambio generazionale, la stragrande maggioranza degli elettori sanseveresi ha pensato che si trattase di un piano pensato e studiato a tavolino, magari al desco domenicale sorseggiando un caffè e un amaro dopo pranzo.
Ripeto io so per certo che non si trattava di un gioco delle parti, ma la città ha pensato diversamente e probabilmente si è sentita un pò presa in giro da un gruppo dirigente che ha voluto castigare.
Ciò detto in estrema sintesi, ora che facciamo?
In primo luogo, prepariamoci ad affrontare un congresso in autunno che sia di rilancio del partito, una reggenza di massimo cinque persone, di garanzia per tutti, ci porti fino all'appuntamento congressuale che segnerà la elezione del nuovo segretario.
In questi mesi, inoltre, cerchiamo di offrire alla città l'immagine di un partito serio con delle regole certe che vengono rispettate.
Ed allora se il Codice Etico del partito prevede la decadenza di chi si è candidato in liste contrapposte al PD, questa regola la dobbiamo fare rispettare, altrimenti si creano dei precedenti davvero pericolosi.
In più, ricostruiamo il tessuto del nostro partito: nessuno deve epurare nessuno, però dobbiamo ridimensionare e smentire le polemiche di questi ultimi mesi che hanno irretito la opininone pubblica, evitando inutili sovraesposizioni, accettando di fare momentanei passi indietro, favorendo nuovi ingressi al partito senza andare a ripescare qualche parruccone del passato che oggi fa il censore ma che negli ultimi anni ha partecipato attivamente alle decisioni e molte di quelle scelte, soprattutto le sue, si sono rivelate sbagliate.
In altri termini, il 6 e 7 giugno su di noi vi è stato un forte acquazzone e su qualcuno è piovuto a ventate: forse questi dovrebbe attendere in casa l'arrivo dell'arcobaleno, che speriamo non si faccia attendere.
In ultimo, un caloroso ringraziamento a quanti, familiari, amici, semplici conoscenti, mi hanno sostenuto in questa difficilissima tornata elettorale. Il loro aiuto mi ha consentito di sopravvivere ad uno tsunami che ha travolto quasi l'intera giunta, in quanto a parte Santarelli e Paola, che erano candidati-sindaco, sono stato l'unico assessore uscente, candidato al Consiglio comunale, ad essere rieletto.
Inoltre, tante grazie alle persone che mi vogliono bene, perchè anche nei momenti di maggiore scoramento( e ne ho avuti tanti in questi ultimi tempi), quando forte era l'idea di abbandonare, mi hanno incorraggiato a proseguire nell'impegno civico, per cui ho grande passione e propensione.
A tutti loro il mio più sentito GRAZIE

sabato 11 aprile 2009

Buona Pasqua a tutti

Auguri di una pasqua serena a tutti i visitatori del mio blog ed anche agli esponenti del centro-destra sanseverese, che in questi giorni si stanno accapigliando per la candidatura a sindaco.
A loro il mio modesto suggerimento di stare più tranquilli e di agitarsi un pò meno: non è molto gradevole lo spettacolo che stanno offrendo alla città.
Auguri a tutti. Francesco

venerdì 13 marzo 2009

Il 19 marzo a San Severo partita del cuore..... infartuato!

Resto sempre più allibito e, nel contempo, seriamente preoccupato per gli ultimi accadimenti poltici nella nostra città.
Ben inteso, per natura non sono un presuntuoso e posso anche riconoscere i miei errori ( che sono tanti) ma quello che non accetto e che si tenti di fare credere alla gente che ciò che si sta preparando nel centro- destra possa costituire un vero scossone, una ripartenza della vita politica cittadina.
Chi dice questo, pensa di vivere in una città di fessi, non accorgendosi che sino ad ora si sta solo contraddistinguendo per una corsa sfrenata alla poltrona.
Capita allora di vedere un manifesto gigantesco, con il simbolo del PdL, nel quale si chiede alla città di scegliere un sindaco che voglia bene alla città, che prediliga la giustizia sociale, la sicurezza etc. e che dopo qualche giorno venga affisso un altro manifesto, sempre con il simbolo del PdL, titolato " San Severo: si riparte!" con un lungo elenco di nominativi che sembra la formazione della partita del cuore....... infartuato!
E già, perchè la formazione in campo è già spompata, non ha fiato.....ancor prima di iniziare a giocare!
Ma mi chiedo: tra di loro vi è il sindaco che vuole bene alla città, quello della giustizia sociale, della sicurezza, cioè quello di cui parla l'altro manifesto gigantesco?
Pare di no ed anche se i simboli sono gli stessi, ognuno pensa a se stesso e ritiene di essere meglio di quegli altri !
Anzi, gli uni dicono male degli altri, addirittura qualcuno di loro ripete: meglio un sindaco del centro- sinistra che uno di quelli là!
E ancor più divertente è che tutti utilizzano sui manifesti il simbolo del PdL e si sentono i detentori veri del marchio e cosa ancor più comica è che tra qualche settimana se lo contenderanno, proprio come facevano due miei vecchi amici di infanzia con le figurine dei calciatori.
Ma di cosa vi sorpredete? il Popolo della libertà è per sua stessa definizione un popolo libero, scevro da vecchi schemi ormai desueti, e come il Milan degli anni novanta che aveva più formazioni( Milan 1, Milan 2 e Milan 3) non c'è niente di strano se alle elezioni prossime vi saranno più liste PdL, magari contraddistinte da un numerino: PdL1, PdL2, PdL3 etc...
Saranno tutti felici e contenti e desiderosi di dimostrare di avere più voti di quelli dell'altra lista PdL.
Poi, se capita che vincono le elezioni in qualche modo un accordo si farà e mica si può correre il rischio di ridare la città in mano ai comunisti!!
Sarà allora che la commedia diventerà tragedia, perchè su ogni questione amministrativa la divisione politica originaria si riprodurrà plasticamente: Tizio della lista PdL1 sosterrà una posizione ma Caio della lista PdL2 sosterrà la posizione esattamente contraria e poi vi sarà un manipolo di furbacchioni che, a seconda delle situazioni, darà forza ora all'uno ora all'altro raggruppamento.
Però tutti potranno dire nella massima assise cittadina di essere i rappresentanti locali di Berlusconi e di essere perciò degli uomini liberi.
Vi sembra improbabile come scenario futuro? Io penso di no!
Ma il tempo, che è sempre galantuomo, ce lo dirà!
Per ora godiamoci la partita del cuore, che, per chi non ancora ne è informato, si giocherà il 19 marzo p.v. nell'auditorium del Teatro.
Le formazioni sono sui manifesti , già copiosamente affissi sulle mura della città.
Io non ci sarò tra il pubblico, ma a chi vi assisterà consiglio di portare dietro un defibrillatore che, vista la presenza in squadra di qualche "vecchia gloria", potrebbe rendersi indispensabile.
Dimenticavo: visto che a giocare è il Popolo della Libertà, l' ingresso è libero!

giovedì 19 febbraio 2009

Un galantuomo di nome Walter VELTRONI

Non nascondo che, appresa la notizia delle dimissioni di VELTRONI da segretario del PD, ho provato un senso di smarrimento.
Mi son chiesto: bene, e ora che si fa?
Una risposta non ce l'ho e sono convinto non ce l'abbiano neppure tutti quelli che in questi mesi pervicacemente hanno indebolito la guida del PD, forse perchè pensavano che un riformismo troppo rapido come quello attuato in questi mesi rischiava di tagliarli fuori definitivamente.
Di ciò ne sono convinto, come anche sono convinto che la sinistra, che pretende di essere riformista, in realtà sia conservatrice, con addosso una grande paura dei cambiamenti e completamente annebbiata dagli egoismi e dalle aspettative di carrierismo dei soliti noti.
Lo sforzo prodotto in questi mesi dal PD di aprire un dialogo bipatisan con il centro-destra sulla riforma elettorale, a mio modesto avviso, costituisce il tentativo di curare un sistema politico multiforme ed oltremodo frammentato che non può più essere accettato.
Non è riformismo preoccuparsi della sopravvivenza politica di Nichi VENDOLA, grande sconfitto del congresso di PRC, che da Presidente della Regione Puglia si sta distinguendo come caparbio fustigatore degli esponenti del PD sul territorio.
No, caro Nichi, non è un problema del PD garantirti una rappresentanza, anche minima, nel parlamento europeo o in quello nazionale.
Non è questo riformismo, ma spirito di autoconservazione del sistema politico, che non deve cambiare, deve restare così in eterno, perchè solo in questo modo i soliti noti potranno imperare.
La vocazione maggioritaria del PD deve proseguire, come deve proseguire lo sforzo di semplificare il quadro politico, per renderlo più omogeneo alle altre democrazie europee.
In questo contesto, sarebbe poi un grosso errore presentarsi al paese con una leadership incartapecorita come quella di Gigi BERSANI, politico di grande profilo ma leader inadeguato per un partito che pretende di rappresentare una novità nel contesto politico italiano dei prossimi anni.
Se il riformismo che vogliamo è quello di un ritorno all'antico, io sto dall'altra parte, forse in minoranza ma in ottima compagnia.
Grazie Veltroni per aver dato a tutti noi con le Tue dimissioni un insegnamento di serietà e di stile, di cui dovremmo anche noi fare tesoro nella nostra piccola esperienza politica.

sabato 14 febbraio 2009

Bentornato Giulio, ci mancavi solo tu!

E' proprio vero: nella vita non bisogna davvero meravigliarsi più di nulla.
Qualche giorno fa la mia attenzione è stata richiamata da un manifesto murale, colorato di giallo tendente al verde, con un riquadro nero su cui campeggiava a caratteri cubitali la scritta " FACCE DI BRONZO".
Devo dire che, appena visto il manifesto nel mentre ero alla guida della mia auto, ho pensato " E' tornato Giulio!".
E sì, perchè la titolazione del manifesto riportava alla mia mente una vecchia terminologia missina ed anche la veste tipografica del manifesto mi ricordava altri manifesti dell'MSI degli anni ottanta, e soprattutto uno riportante il titolo, sempre a caratteri cubitali, " USL FG/2 alla deriva!".
Neanche a dirlo, in quel manifesto la dirigenza cittadina dell'MSI-DN se la prendeva con il presidente del Comitato di gestione della USL FG/2, tal Dr. Francesco DAMONE.
Mentre l'appellativo " FACCE DI BRONZO!" il capogruppo dell' MSI-DN, tal Giuliano GIULIANI, lo aveva gridato, nell'abbandonare l'aula consiliare, nel corso di un consiglio comunale del 1987, all'indirizzo dell'allora Sindaco di San Severo, tal Dr. Michele SANTARELLI.
Io all'epoca, seppure ragazzino di 14 anni, avevo preso la non buona abitudine, anche perchè ci andavo da solo, di seguire le sedute del consiglio comunale.
Bene, sono trascorsi 22 anni, comincio a mettere i capelli bianchi però, secondo il monito di G.B. VICO dei corsi e ricorsi storici, la storia si ripete: Giuliani grida " FACCE DI BRONZO" a SANTARELLI; SANTARELLI, come in quel consiglio comunale di 22 anni fa, non risponde; Giuliani fa la guerra a DAMONE e ne ostacola la ascesa politica; i comunisti soffrono la arroganza dei socialisti e amoreggiano con la DC, anche se adesso ci sta una "U" davanti.
L'unica cosa che è cambiata da allora e che io non faccio più la terza media e, purtroppo, ho messo su un bel pò di chili.
Morale della favola: anche se per il calendario siamo nel 2009, per la politica sanseverese gli orologi sono fermi al 1989.
Nel quadretto ci mancava solo lui: GIULIO, al secolo Giuliano Giuliani, che dopo prolungata assenza ripiomba tutto d'un tratto sulla scena politica.
Il grido è sempre lo stesso: FACCE DI BRONZO! Solo che mentre nel 1987 usciva dal consiglio comunale, adesso sempre al grido di " FACCE DI BRONZO" fa di tutto per rientrarvi.
Noi al suo missino saluto rispondiamo: BENTORNATO GIULIO, CI MANCAVI SOLO TU!"

giovedì 5 febbraio 2009

Una donna straordinaria: Maria Vittoria Lamedica

Qualche tempo fa il mio amico Fausto Antonucci, giornalista e scrittore, mi chiamò sul cellulare, preannunciandomi una sua visita a casa mia.
Sulle prime, nella contetezza di ricevere questa visita, pensavo che la ragione dell'incontro fosse legata all'attività giornalistica che il buon Fausto svolge per conto di una importante testata giornalistica provinciale e che gli dovessi rilasciare una intervista, come già era capitato in precedenza.
Al contrario, non appena accomodatici sulle sedie del mio studio, Fausto mi porgeva una raccolta di poesie da lui scritte e pubblicate con una importante casa editrice di Foggia.
Nel porgermi lo scritto, mi comunicava che nel mese successivo avrebbe presentato le sue opere nell'auditorium del teatro di San Severo e che il mio nominativo sarebbe comparso tra i relatori al convegno.
Io sarei dovuto intervenire sulla raccolta di poesie che mi aveva consegnato.
Non nascondo che l'invito dell'amico mi avesse lusingato non poco e nel leggere le prime poesie gli chiesi" questa vena letteraria sono convinto che te la abbia trasmessa la professoressa Lamedica".
Questa mia frase, detta un pò per caso, introdusse un argomento che fu oggetto della nostra successiva conversazione per circa un'ora: la Prof.ssa Maria Vittoria Lamedica, una donna straordinaria.
Per chi non lo sapesse, la Prof.ssa Lamedica insieme al Prof. Irmici e ad altri è stata per decenni la colonna portante del Liceo classico " Matteo Tondi" di San Severo.
Una donna di grandissima cultura e di una grande, grandissima umanità.
Quando Fausto Antonucci mi comunicò quel pomeriggio che nei tanti incontri avuti dopo la maturità con la professoressa, spesso la Lamedica gli avesse chiesto mie notizie, non nascondo di esserci rimasto un pò male.
La verità è che a diciotto anni, quando andai a Roma per compiere gli studi universitari, era tanta la voglia di andare via da San Severo, che i miei rientri in sede erano solo per le festività di Natale e Pasqua.
Chi l'avrebbe immaginato che solo sette anni più tardi sarei diventato consigliere comunale di questa città che, attraverso l'impegno civile e politico, mi ha riabbracciato come una madre riabbraccia un figlio quando torna a casa dopo una prolungata assenza.
Fu così che, dopo la maturità, non ho più incontrato la Prof.ssa Lamedica.
Mi ripromisi di rimediare a quell'atto di ingratitudine, facendo una menzione molto particolare della Lamedica nel corso del mio intervento al convegno sulle opere di Fausto e così ho fatto.
Sul mio blog non poteva mancare un ricordo di questa bella persona e voglio anche rammentare qualche aneddoto, che certamente richiamerà alla mente di chi legge, se alunno della Lamedica, tanti altri ricordi personali e forse un pò di malinconia per un periodo della propria vita che non tornerà più.
Eppure, il primo incontro con la professoressa fu molto strano.
Invero, la prima cosa che colpiva della Lamedica era il " lei" che rivolgeva agli alunni.
La prima volta che venne nella nostra classe io a fine lezione le chiesi " Professoressa, ma perchè ci dà del lei?" e lei seraficamente " Perchè io credo nel contatto con i giovani, che è motivo di crescita per me, ecco perchè vi do de lei".
Io, nel sedermi, guardai i miei compagni, i quali erano tutti un pò dubbiosi sulla sincerità della risposta.
Invece, Maria Vittoria Lamedica non perdeva mai occasione per dimostrarci il suo attaccamento ed affetto.
Non potrò mai dimenticare il primo consiglio d'istituto, quando io e Sergio Cologno, oggi funzionario del Senato, arrivammo in ritardo alla seduta di insediamento del consiglio: il Preside Infante ci rimproverò per il ritardo e la Lamedica spontaneamente si lasciò andare ad una dotta difesa " dei rappresentanti degli studenti" per dimostrare che il nostro ritardo era dovuto non ad uno scarso attaccamento alla scuola ma probabilmente ad un grande attaccamento alla istituzione scolastica.
Devo dire che era stata così brava a difenderci che anche io mi ero convinto della sua tesi pur sapendo che il nostro ritardo era solo dovuto al fatto che io e Sergio, lungo il tragitto verso la scuola, eravamo caduti dalla motocicletta.
Però, il suo difenderci non era mai fine a sè stesso e non rinunciava mai ad una funzione pedagogica che la professoressa sempre svolgeva nei confronti dei suoi allievi.
Così alla fine di quella seduta del consiglio o la mattina prima delle sedute successsive ci raccomandava la puntualità e noi tutte le volte ci presentavamo a scuola almeno cinque minuti prima dell'ora di inizio della riunione e tutte le volte, quando i rappresentanti degli studenti facevano una proposta, la Lamedica era sempre pronta a sostenerla.
Io, poi, credo le fossi particolarmente simpatico ed una volta ne ebbi la riprova lampante.
Era il mese di maggio precedente agli esami di maturità ed il professore Petruzzellis tardava a venire e noi eravamo tutti nel corridoio ad aspettare l'arrivo dell'insegnante.
Ad un certo punto, la signora Maria, anziana bidella originaria di San Marco in Lamis, rivolgendosi a noi con inconfondibile cadenza sanmarchese disse " Raghezzi, entrete in clesse!" ed io,gridando ai miei compagni, ribadii " Raghezzi, entrete in clesse!".
Questa mia imitazione irritò molto la signora Maria che, gridando delle incomprensibili frasi in stretto dialetto sanmarchese, si dirisse verso la presidenza.
Io divenni tutto d'un tratto pallido e preoccupato, anche perchè un mese prima degli esami un provvedimento disciplinare davvero non ci voleva.
Fortuna volle che il Preside in quel momento si era allontanato dall'istituto e che Maria, non trovando il Preside, si fosse rivolta alla professoresa Lamedica( che in quel momento era in Sala Professori) che svolgeva le funzioni di vicaria.
Ricordo che la professoressa dopo averci invitato a prendere posto disse" la nostra valida collaboratrice mi ha riferito che un nostro allievo le ha mancato di rispetto" e quindi rivolgendosi a Maria" lei ha individuato l'allievo che le avrebbe mancato di rispetto?" e Maria con l'indice puntato verso di me rispose " E' lui!".
A quel punto la signora Lamedica" Oh il signor Miglio, è un un nostro allievo serio ed educato, probabilmente si sarà trattato di un equivoco che però non deve più succedere" e nel frattempo sopraggiunto in aula il Prof. Petruzzellis " oh ecco il nostro collega matematico" e quindi una prolusione di circa cinque minuti a ricordare le origini della matematica nei tempi antichi.
Era una mamma ma anche una educatrice, tanto è vero che il giorno dopo, incontrandomi nel corrodoio, mi suggerì di andare da Maria, quando era sola alla postazione dei bidelli, e di chiederle scusa.
Io così feci e quando il giorno dopo glielo comunicai mi disse" signor Miglio, non avevo dubbi!".
Ecco questo era Maria Vittoria Lamedica, una donna straordinaria a cui tante generazioni di professionisti sanseveresi devono un grazie, un ricordo affettuoso e, nel mio caso, le scuse per non averla salutata ed abbracciata quando, assalita dalla malattia, l'affetto dei suoi allievi l'avrebbe rinfrancata ed aiutata a combattere il male.

mercoledì 4 febbraio 2009

Semplificare per cambiare davvero

Questa sera l'aula di Montecitorio ha varato una nuova legge per la elezione del Parlamento europeo.
Dico subito che sono molto d'accordo con il provvedimento assunto dal Parlamento, sono molto d'accordo con lo sbarramento al 4 % introdotto dal Legislatore.
Sono, altresì, convinto che la spinta riformatrice dovrebbe direzionarsi anche verso la legge per la elezione dei consigli comunali e provinciali.
Non so se nell'agenda parlamentare vi sia anche la aspirazione di mettere mano a detta legge.
Tuttavia, quand'anche non si dovesse fare in tempo a modificare la legge per la elezione della rappresentanza politica negli enti locali, noi dal basso dobbiamo produrre un grande sforzo per dare alla nostra città una rappresentanza politica in grado di risolvere i problemi, avendo la stabilità politica per attuare programmi amministrativi ambiziosi per la nostra città.
Non so se saremo noi del centro- sinistra a farlo, me lo auguro, so però che non se ne può davvero più di un consiglio comunale dove ogni consigliere è un partito a sè stante; sono fermamente convinto che non deve più accadere che un sindaco, sebbene votato da 15.000 cittadini, debba poi essere tenuto sotto scacco da un consigliere comunale votato da 50 persone e, quindi, neanche in grado di rappresentare un piccolo condominio.
La partecipazione alla politica non si misura sulla base delle liste che si presentano ad una competizione elettorale, ma sulla capacità di una città di mobilitarsi di fronte ai grandi temi di politica cittadina.
Ho ancora davanti le assemblee che l'amministrazione comunale organizzava contro la centrale elettrica, ho ancora scolpito nella mia mente lo scarso uditorio che prendeva parte a quelle iniziative.
Eppure, solo qualche mese prima nei seggi elettorali vi era stata una scorribanda di concittadini, a me sino a quel momento quasi sconosciuti, che incravattati si dimenevano in lungo ed in largo a salutare, a dispensare sorrisi, a stringere mani e a chiedere il voto a chiunque in quei frangenti si trovasse a passare nei paraggi.
Dopo quel giorno non li ho più rivisti, dove sono? Tranquilli, li rivredemo il 7 giugno.
Ma prima del 7 giugno si deve mettere a punto un grande accordo pubblico tra i due più grandi partiti esistenti che escluda sin dall'inizio apparentamenti al secondo turno.
L'accordo o è sui programmi ed è stipulato al primo turno o non si fa più.
Va disincentivato il facile esercizio di creare dall'oggi al domani liste e listarelle che dopo il primo turno metteranno in vendita il consenso ricevuto.
Va, pertanto, auspicato un accordo pubblico pre elettorale che preveda che i due candidati- sindaco che arriveranno al ballottaggio non accetteranno apparentamenti al secondo turno.
Chiunque voglia cimentarsi in liste fai da te non inserite in ampie aggregazioni deve sapere da subito che al massimo potrà eleggere uno, forse due consiglieri comunali di opposizione.
Poi, dopo le elezioni, chiunque sarà chiamato a governare deve essere nelle condizioni di poterlo fare senza accampare scuse o giustificazioni che, a quel punto, non potranno avere diritto di cittadinanza.
Solo così la politica potrà acquisire capacità di risolvere i problemi, mettendo al bando chiacchiere inutili e ricattucci vari.
Speriamo bene!

sabato 31 gennaio 2009

Io non sono ( quel) Francesco!!

Mi sta capitando sempre più spesso in questi giorni di essere raggiunto telefonicamente o fermato per strada da gente che mi dice " Abbiamo visto il manifesto, ma sei Tu Francesco?".
Non nascondo che a questa domanda, almeno le prime volte, rimanevo impietrito e un pò smarrito.
Ciò perchè la affissione di questi manifesti recanti una scritta cubitale " IO SONO FRANCESCO" è coincisa con altro manifesto fatto affiggere dal mio partito e che mi attestava solidarietà per l'atto intimidatorio subito nei giorni scorsi.
Ecco perchè non appena mi veniva formulata la domanda, non sapevo cosa rispondere in quanto sulle prime non riuscivo a comprendere a quale dei due manifesti si facesse riferimento.
Non appena capivo che il mio interlocutore si riferiva al manifesto fatto affiggere dal mio amico Francesco SDERLENGA, rispondevo precipitosamente" No, io non sono quel Francesco!".
E la mia risposta era così decisa e precipitosa che l'altro mi replicava" ma perchè avete avuto qualche problema?".
La verità è che io problemi non ne ho mai avuto con alcuno, anche con Sderlenga i rapporti sono stati sempre molto cordiali ( lo voglio anche ringraziare per la solidarietà datami nei giorni scorsi) tuttavia anche con i miei difetti, che sono tanti, non mi sarebbe mai venuto in mente di dare vita ad una iniziativa politica come quella da lui avviata, definibile con il titolo di un film di qualche anno fa " MISSION IMPOSSIBLE".
E già, perchè Francesco è fin troppo navigato, avendo fatto il segretario di un partito politico per diverso tempo, per non sapere che i 15.000 voti necessari per essere eletti alla carica di sindaco possono scaturire solo da una ampia aggregazione di partiti.
Allora, è fin troppo evidente che i comitati rionali che sostengono la sua candidatura non potranno mai raggiungere tali elevati livelli di consenso da portarlo alla più alta carica istitutionale cittadina.
Ed allora, caro Francesco nel corso della conferenza stampa che è sul tuo sito mi hai chiesto se a casa mia il bitume si mette nel modo così approssimativo con cui vengono fatti i rappezzi sulle strade cittadine.
Io nel risponderti che a casa mia il bitume non si usa perchè potrebbe rovinare il parquet, ti voglio fare anche io una piccola domanda, a cui potrai replicare se ne avrai voglia:" Ma Tu dove pensi di andare con questa rete di alleanze? Non era meglio lavorare assieme a tutti gli altri politici trentenni presenti nei vari partiti per affermare l'idea di un vero rinnovamento generazionale a destra come a sinistra? Perchè hai rinunciato a batterti per il vero rinnovamento, continuando a militare in un partito politico?".
Io sono molto scettico sui buoni esiti della Tua iniziativa, personalmente la giudico affrettata ed approssimativa.
Nel contempo, però, esprimo anche preoccupazione se i detrattori del rinnovamento e dei giovani in politica avranno a prendere a pretesto la Tua iniziativa per manifestare sfiducia verso le giovani leve di politici, che già faticano non poco a stare sulla breccia.
Mi auguro che il tempo possa fugare i miei dubbi e che si possa dar vita ad un rinnovamento vero in cui ci possa essere spazio per tanti ragazzi di nome Francesco.
Auguri di cuore.

lunedì 26 gennaio 2009

Meditate gente, meditate!

La sfida più interessante che abbiamo davanti è sicuramente quella di elevare i contenuti del dibattito politico nella nostra città.
In questi giorni stiamo assistendo ad un rifiorire di manifesti che ci danno il senso di una politica che a livello cittadino si è abbassata enormente di livello.
Intendiamoci, la democrazia ha la sua essenza nel fatto che tutti, ma proprio tutti, possono parlare.
Sta poi all'elettorato fare una selezione.
Tuttavia, ritengo che i partiti, quelli strutturati, di entrambi gli schieramenti, alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia caotica e confusa, debbano porsi come obiettivo quello di avviare una bonifica della politica cittadina.
Mi scusino gli amici che in questi mesi stanno avviando esprezienze associative verso cui ho il massimo rispetto, ma sono convinto che una bonifica della politica sanseverese non possa esservi senza il concorso dei partiti politici.
Le associazioni da sole non hanno la forza per cantierizzare una operazione così difficile ed ambiziosa.
La politica fuori dai partiti non esiste, è una pia illusione.
Esiste, al contrario, una azione che dall'esterno spinge, induce, costringe i partiti politici a fare delle grandi innovazioni.
Allora, a prescindere dalla iniziativa delle associazioni pur lodevole ed apprezzabile, il quesito che mi sento di sollevare a tutti è se in questa fase preelettorale vi sia la possibilità di stipulare un patto tra i partiti politici definibile di " salute pubblica".
Cioè prima di avviare le procedure di scelta dei candidati- sindaco, il PD, FI, AN, PS, PRC etc. dovrebbero sancire , prima dell'inizio della competizione elettorale, che nessuno dei partiti politici stipulanti darà ospitalità nelle proprie liste a personaggi che nel consiglio comunale in scadenza, seppur eletti in uno schieramento, sono nel corso della consiliatura passati allo schieramento opposto.
Questo perchè, a prescindere dagli esiti elettorali, ad ogni eletto al consiglio comunale sia sin dall'inizio chiaro che nel corso della consiliatura potrà sì cambiare casacca ma che, in detta evenienza, quella in corso sarà la sua ultima esperienza amministrativa, in quanto alla competizione elettorale successiva nessuno dei partiti politici più rappresentativi lo ricandiderà.
Bisogna evitare nel futuro il turismo politico di massa che ha caratterizzato negativamente questa consiliatura.
Se ciò dovesse ripetersi anche nel prossimo consiglio comunale, la nostra città sarà condannata ad un degrado amministrativo crescente che allontanerà dalla politica sempre più gente e le istituzioni saranno invase da pigmei ed avventurieri.
Che ne pensa di ciò il ceto politico sanseverese? E' in grado in questo momento di fare un accordo minimo di questo tipo? Io credo che debba essere compiuto un grande sforzo in questo senso, ce ne gioveremmo tutti, se ne gioverebbe la città.
Poi sfidiamoci in campagna elettorale, ma chi vince deve poter governare e se governa non bene è solo per colpa propria e non per i ricatti quotidiani di chicchessia.
Medita gente, meditate!

lunedì 19 gennaio 2009

Grazie

Mi stanno davvero sorprendendo le numerose attestazioni di solidarietà che sto ricevendo in queste ore per quanto accaduto la notte tra sabato e domenica scorsi.
Mi hanno chiamato e fatto sentire la loro voce non solo gli amici di sempre, i colleghi di giunta e di partito ma anche gli avversari e la gente comune.
A tutti va il mio sincero ringraziamento.
Non riesco ad immaginare i motivi di quanto è successo, so solo che ho ancora tanta voglia di impegnarmi e di fare sentire la mia voce nelle sedi opportune e con la giusta passione civile.