giovedì 19 febbraio 2009

Un galantuomo di nome Walter VELTRONI

Non nascondo che, appresa la notizia delle dimissioni di VELTRONI da segretario del PD, ho provato un senso di smarrimento.
Mi son chiesto: bene, e ora che si fa?
Una risposta non ce l'ho e sono convinto non ce l'abbiano neppure tutti quelli che in questi mesi pervicacemente hanno indebolito la guida del PD, forse perchè pensavano che un riformismo troppo rapido come quello attuato in questi mesi rischiava di tagliarli fuori definitivamente.
Di ciò ne sono convinto, come anche sono convinto che la sinistra, che pretende di essere riformista, in realtà sia conservatrice, con addosso una grande paura dei cambiamenti e completamente annebbiata dagli egoismi e dalle aspettative di carrierismo dei soliti noti.
Lo sforzo prodotto in questi mesi dal PD di aprire un dialogo bipatisan con il centro-destra sulla riforma elettorale, a mio modesto avviso, costituisce il tentativo di curare un sistema politico multiforme ed oltremodo frammentato che non può più essere accettato.
Non è riformismo preoccuparsi della sopravvivenza politica di Nichi VENDOLA, grande sconfitto del congresso di PRC, che da Presidente della Regione Puglia si sta distinguendo come caparbio fustigatore degli esponenti del PD sul territorio.
No, caro Nichi, non è un problema del PD garantirti una rappresentanza, anche minima, nel parlamento europeo o in quello nazionale.
Non è questo riformismo, ma spirito di autoconservazione del sistema politico, che non deve cambiare, deve restare così in eterno, perchè solo in questo modo i soliti noti potranno imperare.
La vocazione maggioritaria del PD deve proseguire, come deve proseguire lo sforzo di semplificare il quadro politico, per renderlo più omogeneo alle altre democrazie europee.
In questo contesto, sarebbe poi un grosso errore presentarsi al paese con una leadership incartapecorita come quella di Gigi BERSANI, politico di grande profilo ma leader inadeguato per un partito che pretende di rappresentare una novità nel contesto politico italiano dei prossimi anni.
Se il riformismo che vogliamo è quello di un ritorno all'antico, io sto dall'altra parte, forse in minoranza ma in ottima compagnia.
Grazie Veltroni per aver dato a tutti noi con le Tue dimissioni un insegnamento di serietà e di stile, di cui dovremmo anche noi fare tesoro nella nostra piccola esperienza politica.

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