lunedì 21 aprile 2008

La vittoria di Walter

Il risultato della ultima consultazione elettorale può essere davvero considerato una affermazione per il nuovo corso politico promosso da Walter Veltroni.




Invero, non era pensabile che, a soli due mesi dalla caduta del Governo di centro-sinistra, una formazione politica di nuova creazione, quale era il PD, potesse azzerare in un sol colpo il sentimento di delusione generato dall'anticipato scioglimento del Parlamento.




Anzi, la delusione dell' elettorato della disciolta Unione si è riversata in modo violento sulle piccole formazioni politiche partecipanti alla coalizione di centro- sinistra.




La debacle della Sinistra Arcobaleno e del Partito Socialista la dice lunga sulle aspettative di semplificazione del quadro politico portata avanti a gran voce nelle urne dagli elettori ma sta anche a significare come gli elettori della ex Unione siano delusi dell'agire politico tenuto negli ultimi anni dalle forze della sinistra c.d. antagonista.


Non è ritenuto più accettabile che una medesima formazione politica aspiri ad essere nello stesso tempo forza di governo dei processi politici ed economici e catalizzatrice delle espressioni di protesta che sulle piazze, nei centri sociali o altrove vengono indirizzati contro chi assume la responsabilità di governo.


Certamente, la assenza tra gli scranni parlamentari di un raggruppamento di sinistra non significa e nè deve significare che temi quali la difesa del lavoro, soprattutto di quello precario, la giustizia sociale, la difesa della scuola pubblica, la equità fiscale debbano essere tralasciati nell'agenda politica.

E' necessario che i contenuti programmatici del PD diano il giusto rilievo a queste problematiche, in modo che gli elettori della estrema sinistra non abbiano ad avvertire una carenza di rappresentanza, dovuta al non ingresso in parlamento di esponenti della estrema sinistra e possano maturare una maggiore affectio rispetto al nuovo partito, con l'auspicio che in futuro ne possano diventare elettori.

E', altresì, necessario che da questa sconfitta elettorale si costruiscano le basi per puntare ad essere forza di governo alla prossima tornata elettorale.

Nel perseguimento di questo obiettivo, sarebbe un errore se l'opposizione in parlamento e nel paese del PD fosse incentrata su uno sfrenato anti- berlusconismo tutto sulla parsona e poco sulle politiche.

Sarebbe opportuno che il cognome del futuro Presidente del Consiglio comparisse il meno possibile sulle labbra degli esponenti del PD, ad evitare una gratuita pubblicità alla persona che è già abbastanza nota, anche per gli aspetti non sempre gradevoli dei suoi atteggiamenti, all'elettorato.
Va, altresì, proseguito il processo politico iniziato da Veltroni, con coerenza e senza ripensamenti.
A tal proposito, non è giustificabile che una forza politica che fa del rinnovamento della politica e dei modi di concepirla il suo tratto caratterizzante possa proporre all'elettorato candidature, come quella di Rutelli a Roma, che chiaramente hanno il sapore di "riedizione" del passato nenche tanto recente, di cui non si deve avere alcuna nostalgia.
Tuttavia, l'errore, perchè la candidatura di Rutelli a Roma tale è stato, non può giustificare tentennamenti sul nuovo corso politico, che, al contrario, deve essere rafforzato da tutti noi senza riserve.
Il ritorno alle vecchie strategie di alleanze sarrebbe un errore imperdonabile che troverebbe la netta censura da parte dell'elettorato.
Il PD, anche se forza nuova ed in fase di radicamento sul territorio, rappresenta oltre il 30% degli italiani e, pertanto, anche sul territorio non deve temere di presentare agli elettori suoi uomini o sue donne, facendo comprendere ai cittadini che la storia, anche quella politica, deve andare avanti e non può avere rallentamenti se non proprio battute di arresto.
Vanno , perciò repressi sul nascere facili paternali su "l'alto senso delle battaglie del passato" che perchè inserite in un contesto , giustappunto, del passato oggi non sono di per sè sole produttive di consenso da parte della gente.
Tuttavia, si deve produrre ogni sforzo per evitare conflitti " generazionali" che nessuno capirebbe.
Quelli che oggi fanno le paternali, a San Severo, non devono dimenticare che molti di loro negli anni '70 si trovarono a guidare nella nostra città un partito, il Partito Comunista Italiano, che la generazione precedente, fatta di gente con una modesta formazione culturale ma con una grande intelligenza e lungimiranza politica, consegnò loro come un gioiello da custodire con cura ed attenzione.
La storia successiva, al contrario, non sempre ha ripagato quegli uomini per il loro atto di generosità in quanto la storia dei decenni successivi di quel partito o dei suoi discendenti è costellata di errori, di personalismi, di " faide" che ora speriamo di avere messo alle nostre spalle.


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